Thanks to Metalitalia.com for the nice words. It's sounds funny to read it up in the Google Translator, but it least it seems they like what we do. So thank you, guys!
La formula è cosa nota, e lì nulla di nuovo. Ma tra questo e il farne
qualcosa di interessante ce ne passa e come. E questo è proprio ciò che
hanno fatto i tedeschi Abest, giovanissima compagine neocrust che con
questo “Asylum” giunge al debut album sulla lunga distanza. Non ci si
sbaglia nel sentire lo sludge-crust imbruttito e tenobroso dei tedeschi:
siamo proprio nei dintorni di band post-crust come Planks, Light
Bearer, Fall of Efrafa da un lato, band melodic crust come Madame
Germen, primi Morne, Link, Tragedy e Unkind dall’altro e con il solito
calderone “post” alla Rosetta e Downfall of Gaia in mezzo. Parliamo
insomma di un hardcore/sludge denso, titanico e pregno di melodie
sinistre e decadenti, in cui si alternano una rabbia primordiale e
incontenibile (adolescenziale?) e uno splendido gusto per melodie e
atmosfere, in cui placidi i riflessivi momenti di ambiguo minimalismo si
alternano a svettanti bordate di sludge metal belluino e accompagnato
come sempre nel caso da urla strozzate e rancide di puro stampo
hardcore. Nulla di nuovo sotto il sole, direte voi, ed in un certo senso
questo è vero, ma i ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro nel comporre
stavolta pezzi per lo più brevi e concisi che veicolano intensità e
personalità con estrema naturalezza e facilità e che di rado si perdono
nelle solite menate minimaliste e ripetitive tanto care all’universo
“post” per essere atmosferici e raffinati a tutti i costi. I Nostri
hanno preferito invece un approccio alla melodia e al minimalismo che ha
più il sapore di brevi pause e interludi necessari a catalizzare
violenza e a raccogliere le forze per sprigionare il prossimo assalto
hardcore che il desiderio di essere raffinati avventurandosi in
territori post-rock. Atmosfere tese, inquietanti e plumbee sono insomma
il filo conduttore comune che lega insieme ogni isolato momento del
disco, sia quelli di maggior rabbia che quelli di più pacata
riflessività, e che tengono insieme il tutto; e proprio come nel caso
dei Tragedy, anche gli Abest (che sembrano essere grandi fan a tutti gli
effetti della famosa band di Portland) sono abilissimi nel creare
atmosfere agguerrite e belligeranti dal forte sentore apocalittico con
relativa e apparente facilità. Un lavoro pregevole, insomma, per una
band che si affaccia sulle scene per la prima volta ma che mostra di
avere già ottime idee in testa e una montagna di cose – si spera – da
dire in futuro.
- http://metalitalia.com/album/abest-asylum/
Keine Kommentare:
Kommentar veröffentlichen